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sabato 16 novembre 2013

Il tango della Vecchia Guardia

Credo di non aver mai letto un libro meno coinvolgente (diciamo così!) de "Il tango della Vecchia Guardia".
Mi aveva incuriosito perchè la trama è più o meno questa: alla fine degli anni venti, su una nave da crociera dall'Europa a Buenos Aires, Max ballerino professionista e Mecha, facoltosa passeggera in viaggio con il marito compositore Armando De Troye, si incontrano e si innamorano (?). A Buenos Aires si separano. Dopo 20 anni si incontrano casualmente a Nizza per pochi giorni e poi, dopo altri 30 anni, sempre casualmente, si ritrovano a Sorrento. Sembra una storia romantica o no?
Eppure il libro è stato una profonda delusione. Mecha è una donna veramente antipatica; il tango che da il titolo al libro, composto da Armando De Troye per sfidare Ravel e il suo Bolero è praticamente citato due o tre volte in 490 pagine; Max è prima un ballerino che lavora sulle navi da crociera, nella seconda parte del libro lo ritroviamo ricchissimo e coinvolto in un non molto chiaro intrigo internazionale, mentre nella terza è lo spiantato autista di un medico svizzero proprietario di una villa a Sorrento. La prima parte del libro può essere scambiata per un manuale sulla storia del tango, l'ultima per l'enciclopedia del gioco degli scacchi! Oltre a questo aggiungo anche il fastidio provato dalle continue ripetizioni: le parole "ballerino mondano" ricorrono sul libro una pagina si e una no; i dialoghi tra Mecha e Max sono sempre i soliti:
Anni Venti:
Mecha: "Max, sei maledettamente bello"
Max: "Anche tu sei molto bella"
Vent'anni dopo:
Mecha: "Max, sei ancora maledettamente bello"
Max: " Anche tu sei ancora molto bella"
Trent'anni dopo a Sorrento:
Mecha: "Max, eri maledettamente bello"
Max: "Anche tu eri molto bella".
Vi tralascio la noiosissima parte in cui Max, Mecha e il marito frequentano "il quartiere malfamato" di Buenos Aires alla ricerca di spunti per il fantomatico tango della Vecchia Guardia!
Insomma, vi ho convinto a non leggerlo?

2 commenti:

  1. Purtroppo capita molto spesso anche a me di leggere romanzi di autori contemporanei e trovarli "maledettamente brutti" ;-)
    Preferisco i classici, quelli non deludono mai.

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